Eagles Stories: Tijani Babangida, l'eroe di Pes
Una delle domande che mi sento ripetere più spesso è: "Ma perchè un blog proprio sul calcio nigeriano?"
Ebbene, uno dei motivi è sicuramente legato ad uno dei videogiochi di calcio più diffusi sul pianeta. Stiamo parlando di fine anni '90 quando il mercato delle console iniziava a prendere piede grazie allo strapotere della Playstation 1. Più precisamente facciamo riferimento a Pes, conosciuto negli anni anche con le sue varianti Iss Pro Evolution o Winning Eleven (per il mercato nipponico).
Il prodotto della Konami negli anni aveva colmato il gap con il suo acerrimo nemico Fifa e aveva attratto a sè orde di adolescenti (e non) intenti a scegliere tra il Brasile di Ronaldo e di Rilvado, l'Italia di Maldini, Del Piero e Vieri, l'Olanda di Davids e Bergkamp. E poi c'era chi, come il sottoscritto (e, ho scoperto in seguito, anche Francesco Totti) si era invece innamorato della Nigeria: parliamo della cosiddetta generazione d'oro dei vari Okocha, Kanu, Oliseh, Babayaro, West (con le sue treccine verdi) e soprattutto lui: Titjani Babangida.
Ha giocato sicuramente le sue stagioni migliori in Olanda culminate con l'approdo all'Ajax di van Gaal (che aveva appena ceduto il connazionale Finidi al Betis) ma è poi finito a fare il girovago tra Turchia, Arabia Saudita e Cina.
Con la maglia delle Super Eagles ha preso parte ai Mondiali del 1998 e alla vittoriosa spedizione olimpica di Atlanta. Ala di piccola statura, Babangida era dotato di una velocità impressionante e nella sua trasposizione videoludica questo fu sicuramente un elemento fondamentale.
Su Pes infatti risultava semplicemente imprendibile e quasi sempre le sue sgroppate si concludevano o con un tiro in porta o con un cross per la (altissima) testa di Kanu. Semplice, no? Oltretutto il giocatore nigeriano rappresentava una soluzione "low cost" nella Master League, la squadra virtuale dove era possibile comprare (in base alle vittorie) giocatori reali.
Il prodotto della Konami negli anni aveva colmato il gap con il suo acerrimo nemico Fifa e aveva attratto a sè orde di adolescenti (e non) intenti a scegliere tra il Brasile di Ronaldo e di Rilvado, l'Italia di Maldini, Del Piero e Vieri, l'Olanda di Davids e Bergkamp. E poi c'era chi, come il sottoscritto (e, ho scoperto in seguito, anche Francesco Totti) si era invece innamorato della Nigeria: parliamo della cosiddetta generazione d'oro dei vari Okocha, Kanu, Oliseh, Babayaro, West (con le sue treccine verdi) e soprattutto lui: Titjani Babangida.
Una freccia per i lancieri
Senza timore di essere smentito credo che non esista giocatore di Pes che non conosca questo nome: come calciatore "reale" a dirla tutta non è stato esattamente un fenomeno.Ha giocato sicuramente le sue stagioni migliori in Olanda culminate con l'approdo all'Ajax di van Gaal (che aveva appena ceduto il connazionale Finidi al Betis) ma è poi finito a fare il girovago tra Turchia, Arabia Saudita e Cina.
Con la maglia delle Super Eagles ha preso parte ai Mondiali del 1998 e alla vittoriosa spedizione olimpica di Atlanta. Ala di piccola statura, Babangida era dotato di una velocità impressionante e nella sua trasposizione videoludica questo fu sicuramente un elemento fondamentale.
Su Pes infatti risultava semplicemente imprendibile e quasi sempre le sue sgroppate si concludevano o con un tiro in porta o con un cross per la (altissima) testa di Kanu. Semplice, no? Oltretutto il giocatore nigeriano rappresentava una soluzione "low cost" nella Master League, la squadra virtuale dove era possibile comprare (in base alle vittorie) giocatori reali.
0 commenti